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La razionalità dell’universo.


Giungerà il momento in cui l’umanità si renderà pienamente, definitivamente ed irrevocabilmente conto del fatto della razionalità dell’universo?

Quali saranno le possibili conseguenze relative alla concezione del mondo della presa di coscienza da parte dell’umanità sulla razionalità dell’universo?
Qual’è la questione più attuale: esiste la razionalità extraterrestre oppure è l’universo stesso ad essere razionale?

La ragione rappresenta un fenomeno su scala locale, una manifestazione di casuali fluttuazioni locali dal lasso di vita limitato? Oppure la sua presenza è prevista dalle leggi universali ed ha precisi e concreti designazione e ruolo nella vita, nell’evoluzione dell’universo?
Con quali unità è possibile misurare la forza della ragione?

Per valutare l’importanza del ruolo della ragione, proviamo a darci un’occhiata attorno, constatando fatti che ognuno di noi praticamente conosce.
Oggigiorno l’umanità è in grado di eseguire un compito decisamente inusuale dal punto di vista delle leggi fondamentali della fisica. Quale esattamente? Essa è in grado di distruggere il pianetaTerra con un’esplosione mirata di armi a testata nucleare già costruite.
In cosa consiste l’inusualità del compito da punto di vista delle leggi fondamentali della fisica?
Nel fatto che immaginandosi un osservatore, il quale trovandosi a grande distanza dalla Terra segue il movimento del pianeta nell’ambito del Sistema solare, l’esplosione inattesa di uno dei pianeti può diventare la causa di uno stupore decisamente naturale.

Se tale osservatore si dovesse rivelare uno scienziato, al corrente del tema delle conoscenze in possesso della fisica moderna, egli difficilmente potrà trovare una legge in grado di poter prevedere l’esistenza nel Sistema solare di una tale potenziale possibilità, oltre che a prevedere l’orario di tale esplosione.

Per una questione di chiarezza, prendiamo in esame alcuni esempi analoghi.

L’umanità è in grado non solo di far esplodere la Terra, ma anche di modificarne la traiettoria per mezzo di un’esplosione mirata impiegando una parte dell’arsenale nucleare accumulato. Di conseguenza, possiamo immaginarci il quadro che si schiude agli occhi dell’osservatore che segue quanto avviene nel Sistema solare.

Egli vedrà quanto segue.
Nell’arco di un determinato lasso di tempo, il Sistema solare è vissuto manifestando la dinamica del movimento in piena conformità alle leggi fisiche stabilite. Ma in un preciso momento, uno dei pianeti ha improvvisamente modificato la propria traiettoria senza essere stato peraltro influenzato da fattori esterni quali ad esempio collisioni, modifiche dei campi magnetici e gravitazionali circostanti, che avrebbero potuto rappresentare la causa di tale modifica. Se il pianeta in questione, per volere dei propri abitanti modificherà artificialmente la propria traiettoria anche solamente una volta in mille anni, il nostro osservatore esterno si sentirà completamente a disagio nel cercare di trovare la spiegazione ad un tale sorprendente comportamento di uno dei pianeti del Sistema solare.

Non c’è da invidiarlo, poichè se egli non fuoriuscirà dagli ambiti delle leggi della fisica che oggigiorno conosciamo, in nessun modo sarà in grado di spiegare cosa avviene nel Sistema solare, perchè le leggi gravitazionali funzionano correttamente nei confronti di tutti i pianeti ad eccezione di uno.

Cosa succederà se l’umanità tra mille, duemila o diecimila anni deciderà che è indispensabile periodicamente modificare la traiettoria di tutti i pianeti al fine di conseguire determinati scopi che le sembrano interessanti?
Cosa penserà in questo caso il nostro osservatore?

Ammetto pienamente che lo shock che proverà sarà analogo a quello che proveremmo noi se gettassimo giù da un balcone dal venticinquesimo piano una grossa pietra, ed osservandone la caduta ci accorgessimo che essa, ancor prima di giungere all’altezza del quinto piano, cambi improvvisamente la propria traiettoria iniziando a spostarsi dapprima a sinistra, poi a destra, poi verso l’alto, sempre più in alto, per poi scomparire dalla nostra visione, proprio come se si trattasse di un’uccellino dalle ali invisibili.

Tale comportamento da parte della pietra unica annulla tutti i principi della nostra immaginazione sulla gravitazione. In base alle presenti immaginazioni del mondo ed in conformità alle esistenti leggi fisiche, nel Sistema solare non deve mai succedere ciò che l’umanità è già in grado di compiere oggi.

Ragion per cui ci toccherà cambiare le nostre immaginazioni e riconoscere che le nostre conoscenze inerenti l’universo sono prive di alcune componenti  responsabili della comparsa e della presenza di tale fenomeno quale la ragione, con tutta la sua potenziale capacità di influenzare artificialmente gli avvenimenti nello spazio.

Al fine di sviluppare questa tesi, proseguiamo il nostro viaggio virtuale per valutare l’entità della razionalità in qualità di fenomeno, supponendo che più vasta è la sua entità, tanto più semplice risulterà accettare il fatto relativo all’indispensabilità della ricerca dell’analisi fondamentale che ne spiega la presenza.

Supponiamo che il nostro osservatore, in possesso di mezzi più moderni rispetto ai nostri di oggi, abbia rilevato un qualche enorme asteroide composto da una massa scura galattica, in altre parole un frammento di una qualche stella in fase di ritorno, la traiettoria della quale attraversa il nostro Sistema solare. L’osservatore constata con sollievo che solamente tra 150 000 anni questo enorme pezzo di spazzatura universale entrerà in collissione con il Sistema solare facendo esplodere il sole e tutti i pianeti oltre che ponendo termine allo strano comportamento da parte di un qualche folle sistema planetario che si rifiuta di adempiere ai propri diretti obblighi gravitazionali!

Ma quale sarà il suo stupore se improvvisamente 50 000anni dopo la comparsa di tale consolante speranza, l’obiettivo (l’asteroide) diretto verso il Sistema solare al fine di eseguire tale importante, istruttiva e legittima missione, cambia la propria traiettoria dirigendosi perpendicolarmente verso la superficie di una galassia o di uno spazio intergalattico portando con sè tutte le speranze di ripristino della legittimità e l’abituale quadro del mondo? E cosa ci può essere di più illegittimo dell’indispensabilità di rinunciare all’abituale quadro del mondo?

Proprio per questo motivo il nostro osservatore si sentirà decisamente deluso ed è assai possibile che egli sarà finalmente costretto ad ammettere che nelle sue conoscenze esistono grosse lacune. E per lui ciò rappresenterà l’inizio, seguito dall’avvicinarsi ad immaginazioni più concrete dell’universo e delle sue leggi che regolano la vita oltre che al fatto inerente a quale ruolo gioca la razionalità e la sua designazione, ed infine su quali siano le cause della sua comparsa.

Adesso proviamo a raffrontare la razionalità con un altro fenomeno, al fine di ottenere criteri supplementari per la valutazione della sua importanza ed entità.

Già adesso possiamo affrontare le questioni inerenti la gravitazione, modificare l’influenza che essa esercita nei confronti di un determinato tratto di spazio finchè questo spazio non è così vasto nell’ambito del’universo ed altresì nell’ambito della nostra galassia.

Supponiamo che l’umanità si sia rivelata sufficentemente intelligente da non autoannientarsi e che il cosmo che ci circonda sufficentemente cordiale da non distruggere il Sistema solare con qualche invasione esterna e che a risultato di tutto ciò noi continueremo ad esistere per altri milioni di anni in qualità di comunità di esseri razionali. Non è forse logico che nell’arco di questo periodo noi amplieremo le nostre possibilità di influenzare lo spazio circostante, come minimo costruiremo uno scudo che controlli il movimento di diversi obiettivi in grado di arrecare danni al Sistema solare e che inoltre ne modificheremo la traiettoria a grande distanza, escludendo qualsiasi rischio di distruzione della stabilità formatasi nel caso in cui quest’ultima ci vada bene?
Inoltre, disporremo della possibilità di eseguire altre azioni. Ad esempio, se lo desidereremo, potremo reindirizzare un qualche enorme asteroide in volo nello spazio intergalattico in un’altra direzione, ad esempio verso un qualche altro sistema stellare o planetare, interferendo nella situazione e modificando lo stato di tratti della galassia che si trova a grande distanza da noi. Gradatamente siamo in grado di aumentare il caos, o, al contrario, di evitarne l’aumento nei tratti di spazio della nostra galassia di scala maggiore.

Si può giungere alla conclusione che le possibilità di influenzare la traiettoria del pianeta Terra già attualmente scoperte rappresentano solamente i primi sintomi delle possibilità della razionalità umana, mirate ad interferire nella situazione dell’intera galassia, a modificare le traiettorie di stelle, pianeti, garantendo nei confronti di determinati tratti della galassia stabilità, una dinamica equilibrata o esplosiva, eventi distruttivi su scala crescente, reazioni a catena, oltre che sbilanciati equilibri dei sistemi di gravitazione locali.

In questo modo, è pienamente lecito supporre che la razionalità, intesa come fenomeno, non è affatto meno globale e su vasta scala rispetto alla gravitazione. E ciò consente di attribuire alla razionalità uno status completamente nuovo, diverso da quello riconosciuto oggigiorno. Il fenomeno, la cui entità nell’universo è paragonabile alle entità della gravitazione,  può essere definito in modo pienamente meritevole come un fenomeno universale fondamentale ed esso può rappresentare una conseguenza della comparsa di leggi unniversali fondamentali su scala altrettanto vasta. Dopotutto sarebbe ingenuo occuparsi di tale ricerca solamente dopo essere riusciti a modificare la traiettoria della nostra intera galassia. In fondo è forse impossibile affermare che l’umanità non avrà a disposizione un’altra simile opportunità in futuro?

Proseguiamo con le riflessioni sulle entità della razionalità. Per cui adesso prendiamo in esame un altro aspetto relativo alla valutazione della sua entità – quanto la razionalità, intesa come fenomeno, è diffusa nell’universo, nel tempo e nello spazio?

Supponiamo che gli esseri razionali in questo concreto momento vivano solamente sulla Terra ed in nessun altra parte dell’universo.

Ne vien fuori che un determinata universale proprietà dell’universo altrettanto importante come la gravitazione, per motivi non comprensibili viene localizzata in un piccolo punto, il che procura un completo ed inspiegabile vantaggio del punto in questione nei confronti di tutto il restante spazio dell’universo.

Abbiamo il diritto di supporre che ciò sia impossibile?

Altrimenti, in fondo, saremmo stati costretti ad ammettere che sia la gravitazione che l’elettromagnetismo, cosiccome praticamente qualsiasi altri fenomeni simili a noi noti, sono in grado di manifestarsi da qualche parte, mentre in altri tratti del’universo non si manifestano. Diciamo che la gravitazione nella nostra galassia esiste, mentre in altre galassie non esiste. In queste galassie le stelle non si attirano a vicenda, bensì si allontanano l’una dall’altra oppure non percepiscono affatto la presenza reciproca, rimanendo indifferenti.

Ciò è impossibile da immaginarsi ed un tale rilevamento del nostro Sistema solare dal punto di vista della presenza della razionalità appare alquanto bizzarro. Di conseguenza, la razionalità deve essere presente in molti altri tratti dell’universo.

Ci si pone dunque la domanda – il quantitativo di questi tratti è limitato oppure infinito?
Proviamo allora a verificarlo attenendoci alla logica ed i principi in base ai quali si forma l’intera nostra concezione del mondo dal punto di vista scientifico.

Se la razionalità esistesse in un quantitativo limitato di galassie, a prescindere dal suo esatto quantitativo, noi saremmo in grado di disegnare la sfera contenente tutte le galassie nelle quali è presente la razionalità.

In questo caso, la sfera in questione otterrebbe lo stesso vantaggio ingiustificato ed ingiusto rispetto a tutto l’universo restante, lo stesso vantaggio che otterremmo noi se ritenessimo che solamente noi siamo razionali in tutto l’universo.

Ma le nostre osservazioni non consentono l’ammissione di una tale ingiustizia nell’universo.

I fenomeni fondamentali devono essere presenti in qualsiasi suo angolo, senza alcuna limitazione nello spazio.

Di conseguenza, possiamo giungere con sollievo alla seguente conclusione – a prescindere dalla misura della nostra sfera immaginata che evidenzia i confini di una parte dell’universo, esisterà sempre un quantitativo infinito di luoghi situati al di là di questa sfera contenenti esseri razionali.

Di conseguenza, il quantitativo di esseri razionali nell’universo è infinito.

Adesso esaminiamo come stanno le cose per quanto riguarda l’aspetto temporaneo della diffusione della razionalità.

In fondo è assai logica la domanda – quando ha fatto la propria comparsa la razionalità nell’universo? Quanto durerà ancora e quando sparirà evaporandosi nel nulla?

Supponiamo che la razionalità abbia fatto la propria comparsa nel processo di evoluzione dell’universo in un concreto momento ed in un concreto luogo. E prima di ciò, in tutto l’universo non era presente alcun essere razionale.

Di seguito, proseguendo la logica di tale supposizione, saremo costretti ad ammettere che in qualsiasi lasso di tempo il quantitativo di esseri razionali sarà limitato e rinchiuso nel tratto spaziale , ad esempio nella sfera che comprende in sè tutti gli esseri razionali esistenti al momento a prescindere dal tipo di rapidità con la quale si è diffusa la razionalità.

Di conseguenza, torniamo allo stesso quadro che abbiamo considerato in precedenza. La supposizione relativa al fatto che la razionalità ha fatto la propria comparsa in un determinato momento in un determinato luogo, porta alla conclusione che esiste sempre solamente uno spazio locale, una parte limitata dell’universo, in possesso della razionalità , mentre al contrario tutto l’universo restante è privo di tale privilegio!

Questa ingiusta privazione nei confronti del grande universo di una tale essenziale proprietà quale la presenza di esseri razionali,  sembra essere inopportuna ed incoerente nei confronti dei principi di parità di diritti di tutti i tratti dell’universo.
Ragion per cui siamo propensi ad accettare un’altra versione e ad ammettere che la razionalità a volte non emergeva, mentre sempre, in qualsiasi lasso di tempo, era presente in un quantitativo illimitato di tratti dell’universo e che a prescindere dal lasso di tempo che possiamo esaminare fino a questo dato momento, il quantitativo di esseri razionali era infinito.

Di conseguenza si può giungere alla seguente conclusione: l’universo è razionale e lo è sempre stato.

E’ naturale supporre che l’universo resterà razionale anche in futuro, a prescindere da quanto lontano intendiamo vedere. Ma solamente se l’universo stesso non vorrà rinunciare volontariamente alla propria razionalità, sebbene non valga nemmeno la pena esminare seriamente una sciocchezza del genere.

Uno dei possibili aspetti che pretende di diventare il principale dal punto di vista della ricerca della designazione della razionalità in tutto l’universo, può diventare l’aspetto della sua influenza nei confronti dell’ordine, dell’ordinamento dei vari tratti dell’universo.
(Frammento tratto da "Riflessioni sulla razionalità dell’universo", Grigorij Tigal).

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Афоризм данного мгновения!